mercoledì 2 marzo 2011

LIBIA: UNA GUERRA DEL PETROLIO TRA ENI E BP?


Di comidad 
L'articolo si puo trovare tradotto in greco qui


Ci sono vari elementi che consiglierebbero di valutare con molta cautela le attuali "notizie" riguardanti la Libia. A differenza dell'Egitto, la Libia non ha masse di disperati urbani, in parte perché il regime ha adottato un sistema paternalistico/assistenziale che evita gravi forme di miseria, ed in parte perché mancano proprio le masse, dato che si sta parlando di un Paese spopolato, in cui anche la cifra ufficiale di quattro milioni di abitanti risulta da stime demografiche piuttosto gonfiate per ciò che concerne le zone desertiche. C'è anche da considerare che i milioni di manifestanti visti al Cairo si avvalevano della benevola neutralità dell'esercito, mentre le poche migliaia (?) di pacifici manifestanti libici, secondo i media si sarebbero trovati addirittura sotto bombardamenti aerei e di razzi: un particolare che risulta alquanto irrealistico, e non perché il regime non sarebbe capace di tanto, ma perché solo una rivolta armata - molto bene armata - potrebbe reggere a lungo ad un tale tipo di trattamento. Quindi, più che di una rivolta si tratterebbe di un golpe, e con tanto di agganci in settori del regime libico. "Dittatore" è una di quelle parole in grado di mandare completamente in vacanza il senso critico dell'opinione pubblica "occidentale", ed ecco perché la narrazione mediatica di una rivolta popolare spontanea, che però si dimostra capace di occupare un'intera città come Bengasi, non ha suscitato sinora dubbi e perplessità.